Museomix al Museo Tolomeo.
144 candidature da tutto il mondo, tra le quali sono state selezionate 35 persone collocate tra squadre e staff, con le più variegate competenze e provenienze, compresa la giovane curatrice del Museo di Storia di Jakarta. A essi si sono aggiunti i membri dello staff, a loro volta professionisti e figure di rilievo come Antonella Agnoli ed esperte di accessibilità di istituzioni francesi come La Villette, Palais de la découverte e Centre Pompidou.
La prima edizione di Museomix a Bologna non è terminata il 13 novembre: i prototipi sono rimasti in mostra per 15 giorni, che si sono conclusi con due eventi speciali:
- 24 e 25 novembre “Toccare la roccia”, spettacolo a cura di Gruppo Elettrogeno – Orbitateatro e prodotto in collaborazione con Museo Tolomeo, Museomix e Istituto dei Ciechi “Cavazza”
- finissage sabato 26 con l’installazione “Janvier” a cura di Pier Paolo Patti
Museo Tolomeo in breve.
Il Museo ha aperto al pubblico a gennaio 2015 presso l’Istituto dei Ciechi “Francesco Cavazza” in occasione di ArtCity, con progetto a cura di Fabio Fornasari (architetto museologo) e Lucilla Boschi (curatore esperto in intermedialità). Museo Tolomeo presenta una esperienza articolata in un racconto che ricombina memorie, conoscenze, testimonianze relative alla storia della città di Bologna, intrecciata in modo indissolubile con quella dell’Istituto “Cavazza”. La storia diventa così un caso studio sui temi della trasmissione del sapere, dell’innovazione tecnologica, dell’intreccio tra linguaggi, uno stimolo a ragionare sul tema della collezione e del suo uso. Il Museo Tolomeo è anche il punto di partenza per intraprendere un viaggio con un punto di vista differente sulla città di Bologna, per scoprire che visivo e non-visivo sono modalità complementari per conoscere la realtà.
I terreni di gioco.
1. La prima sala. La prima sala di qualsiasi museo è la città. Non esiste museo che non sia rappresentazione di un contesto che lo ha voluto e lo sostiene. Nel nostro caso ancora di più: chi entra al museo porta con sé i propri modi di intendere la città, le proprie abitudini. Qui si mette a confronto con qualcosa di veramente differente. C’è quindi un legame tra l’interno e l’esterno; ci sono le mappe per raccontare la città per chi ci vede. Ma in senso contrario?
2. Cominciare. La macchina Kurzweil 1000 si annuncia al suo utilizzatore con questo semplice comando. Si può dire che sia un primo passo dell’umanità verso quella che si chiama la “singolarità”: la macchina che parla e si pensa in autonomia. Per apprendere, comprendere è necessario ascoltare. Udire è un toccare a distanza. È fenomeno fisico e psicofisico. Museo Tolomeo ci parla, risuona, attraverso una serie di suoni concertati.
3. La chiave per la conoscenza. Non c’è pensiero senza un linguaggio. Non c’è neppure una conoscenza senza un linguaggio. Con il linguaggio scritto abbiamo sviluppato forme distinte per simbolizzare simbolicamente le nostre idee. Il codice braille, similmente a un alfabeto, permette di scrivere e di leggere ma a differenza di qualsiasi altro alfabeto lo si tocca, non lo si segue con la vista.
4. Ti presto un museo. É normale pensare che un museo possa prestare alcuni pezzi della sua collezione. Lo vediamo in tutte le mostre che si realizzano nelle nostre città. La cosa più strana è pensare di prestare un intero museo, tutti suoi concetti, le sue idee. Prestarle per metterle a confronto. Ma come rendere possibile tutto questo? Si può mettere un museo in valigia?
I prototipi realizzati.
- Terreni comuni: mappa sonora interattiva della città di Bologna.
- Tolocomando: audioguida inclusiva e universale per la Wunderkammer del Museo Tolomeo per vedenti, non vedenti, bambini, adulti, persone di ogni lingua.
- L’undicesima porta: mappa interattiva di Bologna contenente storie e aneddoti sulla città raccontati da loro in audio.
- Braille-Box: un gioco didattico in cui, partendo da una combinazione di 6 tasti, si scoprono le combinazioni che producono il codice Braille.